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16 settembre, 2022

Marfellows - un film di Regiana Queiroz


 Marfellows

“L'assenza di una storia ci costringe a inventarla e non c'è dubbio che la finzione faccia un lavoro migliore della verità.”

Marfellows, un film su Lucia Joyce, sta a Finnegans Wake di James Joyce così come Ulisse, dello stesso autore, sta a l'Odissea di Omero. I parallelismi funzionano solo come metafora strutturale, estetica e di significato. 

Attraverso più strati di comprensione, come una pittura cubista, utilizzando un linguaggio onirico e polisemico capace di raccontare la storia attraverso neologismi e flussi di coscienza, il cinema può -ispirandosi alle innovazioni linguistiche di Finnegans Wake (opera che Joyce scrisse a causa della simbiosi creativa con sua figlia), i cui fatti narrati non si configurano mai in certezze e l'intera realtà è costruita su congetture e possibilità - creare qualcosa che va oltre al film.

La parola "marvellous" si presenta in Finnegans Wake come "marfellows" (marrafiglia), uno stratagemma che permette di sovrapporsi a "la selvaggia meraviglia", una strofa di una poesia scritta da Joyce a Lucia quando aveva sei anni. 

Il libro di Joyce è una rappresentazione della dinamica permanente dei significati del mondo come un sogno collettivo in cui le ipotesi di lettura sono tante per sua logica non cronologia nemmeno sequenziale. Il film di Queiroz invece, aspira all'interno di un'esperienza estetico-narrativa della creazione e non della comunicazione - (modulando relazioni, situazioni, persone e spazi, in un cinema quasi deleuziano, oltre la rappresentazione) pensare l'intervento dell'arte nella creazione del pensiero della differenza. 

Come tante altre donne del suo tempo considerate geniali e pazze, Lucia ha trascorso tre quarti della sua lunga vita rinchiusa negli ospedali psichiatrici in Europa. Divenne anche paziente del famoso Carl Gustav Jung, che ha rinunciato a curala dopo pochi mesi. 

Dimenticata, abbandonata e cancellata, Lucia non ha lasciato quasi traccia, perché tutto ciò che ha prodotto è stato distrutto o bruciato. Negli anni '20 a Parigi era considerata un genio della danza moderna e conosceva diversi personaggi illustri del suo tempo.

Il rapporto tra padre e figlia era così simbiotico che molti teorici vedevano la follia di Lucia come un'estensione della personalità di Joyce.

Lucia voleva fortemente essere una donna moderna, all'epoca è apparsa in un film di Jean Renoir, e tra gli spettacoli con Isadora Duncan e una compagnia di balletto russa, ha scritto articoli per una rivista belga, tra cui uno su Charlie Chaplin. È stata un'artista pioniera che ha partecipato alla nascita del modernismo. 

La stampa parigina ha persino affermato che un giorno James Joyce sarebbe stato conosciuto come il padre di Lucia. Tutto il suo genio e il suo potenziale rendono il suo ostracismo psichiatrico ancora più tragico.

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